Una buona comunicazione è la chiave!


“Una buona comunicazione è la chiave” è il terzo modulo sviluppato per giovani che vogliano contribuire a un cambiamento nel mondo delle mobilità Erasmus+, particolarmente per renderle più inclusive.

Il modulo mira ad aumentare le capacità comunicative di potenziali DARE Ambassadors per poter coinvolgere efficacemente giovani PwVHPI (persone con disabilità visiva, uditiva e fisica) in attività giovanili locali e internazionali.

Questo modulo esplora i seguenti argomenti:

  • Comunicazione inclusiva
  • Concetti di coaching per DARE Ambassadors
  • Come comportarsi con le famiglie di giovani PwVHPI (e non!) che vuoi coinvolgere in scambi giovanili internazionali

Cosa imparerai in questo modulo?

  • Cos’è la comunicazione inclusiva e perché è importante;
  • Cos’è il coaching e come può aiutarti nel tuo ruolo di DARE Ambassador;
  • Come comunicare con successo con le famiglie, e perché il loro ruolo è cruciale nel percorso verso mobilità più accessibili e inclusive.

1. Inclusive communication

Angolo Studio

1. La comunicazione inclusiva

Comunicare in modo inclusivo significa condividere le informazioni in modo che chiunque possa comprenderle (Principles of Inclusive Communication: An information and self-assessment tool for public authorities, 2011): comunicando in questo modo, riconosciamo che non esiste un metodo “standard” di comunicazione e contribuiamo a creare uno spazio sicuro, dove chiunque può esprimersi, nei modi che meglio soddisfino le sue esigenze. La comunicazione inclusiva si riferisce a qualsiasi forma di comunicazione: di persona, online, scritta e telefonica. È uno dei tanti modi per rendere il mondo un luogo più inclusivo e accessibile a tutti.

Migliorare le proprie competenze comunicative specifiche per i diversi tipi di disabilità è molto importante. In qualità di DARE Ambassador, devi essere in grado di adattare i messaggi che vuoi trasmettere in modo che chiunque possa comprenderti, indipendentemente dalla loro disabilità. E ricorda: in caso di dubbio, chiedi sempre alla persona con cui stai parlando se ha capito tutto! Fai riferimento alle risorse aggiuntive di questo modulo per scoprire come comunicare in modo efficace con i giovani PwVHPI.

Fonte

2. Coaching skills per DARE Ambassadors

Il peer coaching (“coaching tra pari”) è uno strumento importantissimo con cui potrai garantire la realizzazione di una mobilità di successo per chiunque desideri parteciparvi (compresi giovani PwVHPI) e anche, allo stesso tempo, assicurarti che l’impatto dell’apprendimento vada oltre la mobilità (o attività) stessa, ispirando ad esempio, la decisione di intraprendere un percorso di volontariato nella loro comunità.

Il coaching è una forma di sviluppo personale attraverso cui una persona esperta, o coach, sostiene una persona meno esperta nel raggiungimento di un obiettivo, attraverso una formazione qualificata e un orientamento specifico; è spesso utilizzato in ambienti di lavoro (Coaching, n.d.). Occasionalmente (e nel nostro caso!), il coaching identifica una relazione informale tra due giovani, in cui chi ha esperienza in un determinato settore o argomento – come gli scambi giovanili e le attività inclusive – fa da guida a chi voglia saperne di più.

Il tuo obiettivo chiave come peer coach nel settore giovanile è quello di coinvolgere il maggior numero possibile di giovani (con o senza disabilità) in attività giovanili inclusive locali o internazionali. In qualità di peer coach, potrai:

  1. Rafforzare la fiducia di giovani PwVHPI nelle proprie capacità

L’inclusione e l’accessibilità non sono sempre considerate quando si organizza una mobilità giovanile. Questo può portare all’esclusione di giovani PwVHPI, il che può influire sulla loro autostima e scoraggiare la loro partecipazione a questo tipo di attività. In qualità di peer coach, il tuo ruolo è fondamentale: puoi presentare esempi su come superare le barriere sulla base delle tue esperienze o delle mobilità giovanili cui hai partecipato, puoi condividere link, siti web che giovani PwVHPI possano leggere in autonomia, e guidare e supportare l’attività di richiesta di informazioni a organizzazioni impegnate nella preparazione di mobilità giovanili. Una tua testimonianza su quanto possa essere facile, a volte, superare diversi tipi di barriere (vedi Modulo 1: Affrontare le sfide e superare le barriere: come supportare giovani con e senza disabilità), aumenterà l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità di giovani PwVHPI e influirà positivamente sulla loro motivazione a partecipare ad attività come gli scambi giovanili. Ricorda di utilizzare metodi di comunicazione inclusiva e risorse e/o materiali didattici accessibili!

  1. Fissare e raggiungere obiettivi precisi

Ricorda di fare un passo alla volta. Potrebbe essere utile, in questo caso, utilizzare un quaderno o un diario per seguire i progressi fatti con giovani PwVHPI che vuoi sostenere e coinvolgere nelle attività giovanili. Anziché fissare un unico, grande obiettivo, cerca di creare tanti e piccoli “sotto-obiettivi”, assicurandoti di raggiungerli tutti. A tal proposito, è importante capire che non si può usare la stessa metodologia per ogni partecipante: due persone con lo stesso tipo di disabilità, o che provengono da ambienti e contesti simili, potrebbero avere esigenze completamente diverse. È naturalmente possibile che giovani con disabilità simili abbiano bisogni simili, ma non deve essere mai dato per scontato! Non aver paura di fare domande, in modo rispettoso ma deciso. Questo passo è necessario per rispondere a dubbi e preoccupazioni che giovani PwVHPI potrebbero avere, per mostrare loro che esistono scambi giovanili inclusivi con attività accessibili e che potrebbero cambiare in meglio la loro vita!

  1. Creare di una linea di comunicazione diretta e inclusiva

Non è facile parlare di argomenti come la disabilità e le barriere. Per poter creare un ambiente sicuro per la discussione, considera i seguenti consigli (Keeping an Open Line of Communication with Your Employees, adattato):

  • Mantieni una “politica della porta aperta”: accogli sempre giovani che si rivolgono a te per domande, supporto e risoluzione dei problemi.
  • Incoraggia e richiedi feedback, in modo da assicurarti che tutto sia chiaro.
  • Scopri le preferenze di ogni potenziale partecipante: c’è chi preferisce la comunicazione online, chi faccia a faccia; chi vuole sentirti ogni giorno, chi una volta a settimana.
  • Chiarisci che il contenuto delle vostre conversazioni è confidenziale: in questo modo creerai un ambiente sicuro in cui giovani PwVHPI potranno parlare di bisogni e preoccupazioni; questo passo è cruciale nella costruzione di un rapporto basato su onestà e fiducia reciproca.
  • Non essere accondiscendente, ma utilizza una comunicazione assertiva: non cercare di addolcire la pillola se devi dare cattive notizie! L’onestà è fondamentale: se all’improvviso si presenta un ostacolo, lavora insieme a potenziali partecipanti per trovare una soluzione insieme, in modo creativo e collaborativo.

Fonte

3. Come comportarsi con le famiglie

La famiglia ha un ruolo importante nel processo di crescita di ogni giovane e può facilitare o scoraggiare la sua partecipazione in diversi tipi di attività – comprese le mobilità giovanili. Nel caso di giovani con disabilità, parlare con le famiglie può aiutarti a identificare i punti di forza e le paure di potenziali partecipanti, a dare priorità agli obiettivi e a risolvere i problemi in modo collaborativo. Imparerai moltissimo da e con le famiglie, ma ricorda bene: il tuo obiettivo primario deve essere chi partecipa alla mobilità! Se hai dei dubbi sui bisogni di potenziali partecipanti, rivolgiti direttamente a loro, non alle loro famiglie: le famiglie possono darti dei consigli, ma i bisogni e gli interessi cui dovrai rispondere sono quelli espressi dalla persona che potrebbe partecipare all’attività giovanile.

Ecco alcuni consigli da tenere in considerazione per essere sicuri di aver costruito una strategia di comunicazione efficace con le famiglie:

  • Programma giorni e orari in cui parlare: in questo modo, le famiglie capiranno che fai sul serio, che vuoi davvero contribuire alla realizzazione di attività accessibili e inclusive, e, allo stesso tempo, che rispetti i loro impegni (lavorativi, personali, ecc.).
  • Personalizza ogni rapporto: evita di fare supposizioni, in quanto alcune famiglie potrebbero voler essere aggiornate più spesso di altre, o avere più domande; alcune famiglie

potrebbero già sapere come funziona, per esempio, l’assistenza in treno o in aereo, mentre per altre ti chiederanno di spiegare ogni minimo dettaglio. Preparati a rispondere alle loro domande e ad affrontare tutte le loro preoccupazioni, molte o poche che siano.

  • Ascolta ciò che le famiglie hanno da dire, rimanendo “open-minded”: è sempre meglio iniziare un confronto o una conversazione con una mentalità non giudicante. Ciò che le famiglie ti diranno potrebbe sorprenderti, aiutarti e guidarti nella progettazione di un’attività inclusiva per giovani PwVHPI.
  • Non essere accondiscendente: se necessario, metti a disposizione delle famiglie risorse e letture per trovare maggiori informazioni e, nel caso in cui abbiano bisogno di un ulteriore supporto, indica loro dove possono trovarlo, ad esempio, organizzando un incontro con youth workers o responsabili dell’organizzazione che sta preparando la mobilità.
  • Lascia i tuoi contatti (e-mail, numero di telefono, ecc.): le famiglie potrebbero contattarti nuovamente prima dell’inizio dell’attività giovanile, durante la stessa o anche dopo la sua conclusione. È importante che tu rimanga a disposizione per rispondere a qualsiasi domanda.

Le famiglie le tue alleate più importanti: fai del tuo meglio per farle sentire tali!

Fonte

Attività aggiuntiva 3.1

Titolo modulo “Una buona comunicazione è la chiave!”
Titolo attività Preparazione di un piano dettagliato per l’organizzazione di una giornata informativa per giovani
Codice attività A 3.1
Durata 10 ore
Tipo di risorsa Activity Sheet
Scopo dell’attività Sviluppare un piano organizzativo per una giornata informativa o eventi simili può migliorare le tue capacità di pianificazione, organizzazione, collaborazione e comunicazione. Può inoltre mostrarti in modo pratico cosa funziona e cosa no quando si cerca di coinvolgere in modo attivo giovani e, perché no, le loro famiglie!
Materiali Computer, software di pianificazione (Microsoft Excel, per esempio), carta, penne, pennarelli, lista di controllo (in allegato).
Istruzioni Fase 1: Verifica della fattibilità

Prima ancora di iniziare ad organizzare il tuo incontro o evento, vale la pena controllare che questo sia effettivamente ciò che hai bisogno di fare e che sia realistico per il budget che hai a disposizione. È anche importante identificare chi può aiutarti – idealmente avrai un team di persone con diversi punti di forza (logistica, pubblicità, grafica/artistica, creazione di contenuti ecc.) Se sei stai organizzando l’attività in autonomia, presenta le idee a persone esperte nei diversi campi sopra menzionati per assicurarti di essere sulla strada giusta.

Fase 2: Discussione in gruppo

Insieme al team organizzativo, discuti le seguenti domande:

  • Quali sono i nostri obiettivi?
  • Un evento/incontro è l’opzione migliore per ciò che vogliamo ottenere per il nostro pubblico?
  • C’è abbastanza tempo per organizzarlo e pubblicizzarlo adeguatamente?
  • Quali risorse possiamo raccogliere per questo evento o incontro? Chi altro può aiutare?
  • Alla fine dell’evento, che cosa avrà scoperto/fatto/sperimentato il pubblico presente?
  • Le persone parteciperanno a un evento di questo tipo? Si tratta di qualcosa che la gente ha richiesto, o di un’idea che ha avuto una persona del team? In quest’ultimo caso, potrebbe essere utile convocare o chiamare alcune persone che potrebbero voler far parte del pubblico e verificare il loro interesse per gli argomenti che si vogliono presentare.
  • Ci sono possibili aspetti legali da considerare, come il GDPR, o aspetti legati alla salute e alla sicurezza del pubblico?

Fase 3: Redazione di un piano d’azione

Assieme al team, scrivi un piano d’azione con compiti ben precisi, che verranno assegnati a ciascuna persona responsabili; sarebbe bene scegliere una persona che controlli periodicamente che l’organizzazione dell’evento proceda secondo i tempi e il budget previsti. A tal proposito, se l’evento è particolarmente grande, potrebbe essere necessario redigere un budget indicativo; ma anche per un evento più piccolo, è importante controllare di avere abbastanza soldi per il noleggio della sede o l’attrezzatura tecnica. Se non hai tanto denaro a disposizione, pensa a modi per risparmiare sui costi o per recuperarli grazie all’evento. Chiediti, ad esempio:

  • I costi possono essere condivisi tra diversi gruppi e organizzazioni?
  • Ci sono possibilità di sponsorizzazioni o di utilizzare luoghi pubblici per l’evento (per esempio, il locale di una scuola?)
  • È possibile far pagare i partecipanti (anche tramite un contributo volontario)?

Fase 4: Valutazione dei costi

Pensa alle varie categorie di costo:

  • Noleggio di uno spazio
  • Noleggio dell’attrezzatura
  • Rimborso del viaggio/alloggio per chi parlerà durante l’evento (youth workers, rappresentanti di organizzazioni, giovani PwVHPI, ecc.)
  • Intrattenimento
  • Cibo e bevande
  • Opere d’arte/display/decorazioni
  • Spedizione degli inviti
  • Pubblicità
  • Trasporto (per esempio, fornendo un autobus)
  • Cancelleria e fotocopie
  • Pulizia

Fase 5: Inviti – chi invitare e come

Invita al tuo evento gruppi target che abbiano mostrato interesse per l’argomento e pubblicizzalo ampiamente in modo che chiunque abbia la possibilità di partecipare. Usa diversi mezzi, come i bollettini scolastici, i manifesti nelle bacheche e nelle vetrine dei negozi, annunci su giornali gratuiti, radio locali e social network. Invia una copia del programma e un comunicato stampa ai giornali locali. Quando fai pubblicità, tieni a mente il tuo obiettivo e il pubblico di riferimento – e fai sapere al pubblico cosa otterrà dalla partecipazione.

Fase 6: Il luogo dell’evento

Controlla il locale o fallo fare a persone di cui ti fidi al 100%. Considera:

  • Dimensioni: spazio per l’attività e spazio per le pause;
  • Idoneità dell’arredamento e delle strutture: numero di sedie e tavoli, comfort, disponibilità di attrezzature, posizione delle prese di corrente, parcheggio, accesso e bagno per persone disabili;
  • Posizione: è vicino a fermate di mezzi pubblici e al centro città? È facile da trovare?
  • Illuminazione: lo spazio è ben illuminato? Si può oscurare l’ambiente per presentazioni con il proiettore o la visione di video?
  • Riscaldamento e aria condizionata: sono necessari? Ci sono?
  • Acustica: livello di rumore proveniente dalla strada o da altre sale riunioni;
  • Accesso a punti di ristoro e toilette;
  • Alloggio: c’è la possibilità di un alloggio (in caso fosse necessario) vicino alla sede scelta, che corrisponda ad uno standard e un prezzo adatto al pubblico di riferimento?

Ricorda di effettuare l’ispezione anche per esaminare eventuali rischi per la sicurezza e la salute del pubblico che parteciperà all’evento.

Fase 7: Data e ora

Per un evento piccolo, prova a dare alle persone due settimane di preavviso. Per eventi più grandi, come ad esempio un evento di un’intera giornata, sarebbe meglio dare almeno un mese di preavviso e richiedere una conferma della partecipazione. Tutto il team dovrebbe occuparsi dell’invio degli inviti o delle telefonate: dividi il carico in modo equo, e ricorda: personalizzare l’invito è un buon modo per assicurarsi la partecipazione delle persone! Assicurati di includere una mappa con indicazioni stradali ed elenca le necessità di abbigliamento particolare (per esempio, scarponcini da montagna) per eventi all’aperto.

Organizza l’evento in un momento in cui sai che il target group potrà partecipare: considera gli orari scolastici e il periodo dell’anno (evita i giorni vicini vacanze o i periodi in cui c’è la vendemmia o la raccolta dell’uva, se la tua organizzazione lavora in campagna!). Evita conflitti con altri eventi o progetti importanti. Per quanto riguarda l’orario, un evento standard dovrebbe durare all’incirca mezza giornata: a seconda della distanza del luogo dell’evento dal centro città o dei livelli di traffico, decidi se faro iniziare la mattina e terminare poco prima del pranzo, oppure subito dopo pranzo.

Fase 8: Organizzazione di attrezzature e materiali

Assicurati che tutto il materiale da stampare e distribuire al pubblico sia accessibile. Identifica l’attrezzatura di cui ci sarà bisogno per le presentazioni, il catering, eventuali attività da organizzare con il pubblico. Prepara un kit da portare sempre con te, contente tutto il materiale di cui potresti aver bisogno.

Fase 9: Il giorno X

Raggiungi il luogo dell’evento almeno un’ora prima del suo inizio. Metti dei cartelli per indicare la sala principale, i bagni, ecc. Altri consigli:

  • Disponi le sedie a semicerchio o in cerchio, se lo spazio lo permette;
  • Organizza i rinfreschi in modo che siano pronti al momento giusto;
  • Togli dalla sala ciò che non ti serve, ma ricorda di risistemare tutto prima una volta terminato l’evento.
  • Verifica che tutte le attrezzature funzionino e sistema il materiale per il pubblico sulle sedie o in modo che sia facilmente raggiungibile.

Fase 10: Rinfresco (opzionale)

Se il tuo evento prevede un rinfresco, attirerà più persone: funziona così, non facciamo noi le regole! Ecco alcuni consigli per organizzare un rinfresco “inclusivo e sostenibile”:

  • Considera le possibili esigenze dietetiche del pubblico (veganismo, vegetarismo, celiachia, ecc.) e tieni sempre a disposizione acqua e caffè;
  • Organizza l’attrezzatura per conservare e servire il cibo (caldo o freddo), piatti di carta, fazzoletti, posate o finger food. Cerca di utilizzare bicchieri riutilizzabili o biodegradabili – evita plastica e polistirolo;
  • Fai organizzare il catering ad associazioni locali o enti di beneficenza per dare loro un’opportunità di raccolta fondi.

Altri consigli per il tuo evento:

  • Dovrai scegliere bene le persone che presenteranno attività ed argomenti durante l’evento! Cerca di coinvolgere persone che abbiano conoscenza del mondo giovanile – giovani (PwVHPI e non) che hanno già partecipato a mobilità o volontariato, youth workers, rappresentanti locali di Eurodesk (per esempio), ecc. I vostri oratori devono essere in grado di coinvolgere il pubblico in modo efficace! È importante che le persone coinvolte capiscano il tempo che hanno a disposizione, lo scopo della riunione/evento e il loro ruolo nel raggiungere tale scopo.
  • Fai in modo che lo scopo della riunione sia chiaro alle persone che lavorano alla sua organizzazione, a chi presenterà gli argomenti, e al pubblico che parteciperà.
  • Il tuo pubblico dovrebbe vivere un’esperienza piacevole e divertente, in un clima collaborativo e stimolante. Potrebbe essere una buona idea introdurre attività rompighiaccio o ludiche, all’occorrenza.
  • Il benvenuto e le presentazioni sono importanti per aiutare le persone a orientarsi e a sentirsi a proprio agio. Cerca di presentare sempre le persone coinvolte nella preparazione dell’evento stesso e, se il tempo lo permette, potrebbe essere una buona idea chiedere al pubblico di presentarsi individualmente. Se possibile, il tuo evento dovrebbe poter contare su persone all’ingresso che accolgano il pubblico e lo indirizzino verso la sala principale, oltre che una bacheca contenente informazioni riguardanti l’evento (programma, orari, ecc.).
  • Invita il pubblico a registrare il proprio nome, e-mail e telefono: in questo modo, saprai quante persone hanno partecipato e potrai creare una base dati per eventi futuri.
  • Sforzati di creare un processo inclusivo: le attività e le metodologie di giochi e presentazione dovrebbero essere accessibili.
  • Considera bene quando organizzare i momenti di pausa e rinfresco, necessari per mantenere alto il livello di attenzione del pubblico. Al rientro dalla pausa, sarebbe bene organizzare un’attività stimolante per “ravvivare” lo spirito di chi partecipa al’evento.
  • Organizza una sessione di domande e risposte (almeno 30 minuti) prima della fine dell’evento.
  • La valutazione di un evento è importante perché può spiegarti cosa ha funzionato e cosa no. La valutazione, che può essere cartacea, online, orale, ecc., e può essere fatta subito dopo la fine dell’evento, oppure a distanza di qualche giorno. Quello che vuoi valutare, ti aiuterà a decidere che modalità utilizzare.
  • Ringrazia sempre pubblico e chiunque abbia contribuito alla realizzazione dell’evento – organizzazioni, sponsor, responsabili delle presentazione, chi ha fornito cibo e bevande, ecc.

Attività adattata da Organise meetings and events (NZ Department of Conservation – Te Papa Atawhai).

Attività aggiuntiva 3.2

Titolo modulo “Una buona comunicazione è la chiave!”
Titolo attività Diario da Peer Coach
Codice A3.2
Durata 3 ore
Tipo di risorsa Scheda attività
Scopo dell’attività Il diario è uno strumento importante per lo sviluppo personale e ti aiuterà a pianificare e strutturare le sessioni o le attività di supporto tra pari – o peer coaching. Avere un diario ti aiuterà a tenere tutto in ordine e a valutare i miglioramenti fatti da ogni giovane che stai motivando a partecipare a un’attività giovanile (a livello locale o internazionale).
Materiali Quaderno, penna, matite colorate, adesivi.
Istruzioni Fase 1

Considerare almeno 3 pagine per persona

Fase 2

Progetta uno schema generale (esempio: nome, contatti, obiettivi, interessi, note)

Fase 3

Riempi le caselle dopo aver incontrato ogni persona per definire i suoi obiettivi, aspirazioni e interessi personali.

Fase 4

Ricordati di sottolineare le loro esigenze specifiche per poterle affrontare nel corso del processo di peer coaching.

Fai riferimento alla risorsa di apprendimento R3.5 per saperne di più su come progettare un diario di questo tipo.

Approfondimento 3.1

Titolo modulo “Una buona comunicazione è la chiave!”
Titolo risorsa Comunicazione inclusiva: Lista di controllo
Codice R3.1
Introduzione Questo video fornisce consigli per una comunicazione inclusiva sotto forma di lista di controllo. La risorsa è in lingua inglese.
Perché questa risorsa? Il video ti aiuterà a “fissare” concetti chiave della comunicazione inclusiva per poi applicarli nella vita di tutti i giorni.
Link Inclusive communications – Checklist

Approfondimento 3.2

Titolo modulo “Una buona comunicazione è la chiave!”
Titolo risorsa Assertività: esercizi per comunicare al meglio

Codice R3.2
Introduzione Questo video introduce il concetto di comunicazione assertiva e propone alcune esercizi per allenare l’assertività.
Perché questa risorsa La comunicazione assertiva ci permette di esprimere i nostri bisogni e allo stesso tempo di migliorare le nostre relazioni con le altre persone. Imparare ad usare questo tipo di comunicazione è importantissimo per il nostro sviluppo personale e professionale!
Link Assertività: esercizi per comunicare al meglio

Approfondimento 3.3

Titolo modulo “Una buona comunicazione è la chiave!”
Titolo risorsa Comunicare con le persone sorde

Codice R3.3
Introduzione Una raccolta di consigli di base e facili da seguire su come interagire con una persona sorda.
Perché questa risorsa? Imparerai a comunicare con le persone sorde in

modo inclusivo, rispettoso ed efficace.

Link Comunicare con le persone sorde

Approfondimento 3.4

Titolo modulo “Una buona comunicazione è la chiave!”
Titolo risorsa Come comportarsi con una persona non vedente
Codice R3.4
Introduzione Questa risorsa presenta una serie di consigli su come interagire con una persona non vedente o ipovedente.
Perché questa risorsa? Imparai ad interagire con le persone non vedenti in modo inclusivo, rispettoso ed efficace.
Link: Come comportarsi con una persona non vedente

Approfondimento 3.5

Titolo modulo “Una buona comunicazione è la chiave!”
Titolo risorsa L’ABC del Bullet Journal: cos’è e come funziona?
Codice R3.5
Introduzione Questo video mostra come impostare un diario e dà consigli creativi per renderlo unico e, soprattutto, utile per i tuoi obiettivi.
Perché questa risorsa? La risorsa ti aiuterà a capire come iniziare a tenere un diario. Scoprirai quanto è facile adattare un bullet journal ai tuoi bisogni – in questo caso, di peer coach!
Link L’ABC del Bullet Journal: cos’è e come funziona?

Riferimenti

Per approfondire la terminologia usata in questo modulo, ti invitiamo a leggere la Guida Pratica DARE per l’Inclusione.

Bibliografia

DARE Project (2020). DARE Practical Guide for Inclusion [Online] – Ultimo accesso 23 Giugno 2020.

Kreisau-Initiative e.V. (2017). Perspective: Inclusion. Language and communication in international inclusive education. Methods, guidelines, impulses. [Online] – Ultimo accesso 23 Giugno 2020.

Pam Robbins (1991). How to Plan and Implement a Peer Coaching Program [Online]- Ultimo accesso 17 Giugno 2020.

Shana Montesol Johnson (2011). 10 Tips to Get Started with Peer Coaching [Online] – Ultimo accesso 19 Giugno 2020.

Sitografia

Peoplekeep.com (2014), Keeping an Open Line of Communication with Your Employees [Online] – Ultimo accesso 16 Decembre 2020.

Scottish Government (2011), Principles of Inclusive Communication: An information and self-assessment tool for public authorities [Online] –  Ultimo accesso 16 Giugno 2020.

Wikipedia.com (n.d.), Coaching, n.d. [Online] – Ultimo accesso 16 Decembre 2020.

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